Portando alcuni esempi di comportamenti più consapevoli e stimolando riflessioni banalmente logiche, ma supportate da dati dimostrabili, il nostro conferenziere ha, in maniera spesso provocatoria, indicato quali passi possano essere facilmente seguiti per fare convivere in maniera più efficace capitale ecologico e capitale di salute del corpo umano. Si tratta di sistemi biologici ben conosciuti e che ripensati potrebbero cambiare la connotazione dei concetti quali crescita, sazietà, razionamento e libertà.
Il professor Majno ha fatto di queste teorie il proprio stile di vita: in famiglia non possiedono un’automobile, condividono la casa con tre rifugiati eritrei e una studentessa, pur consapevoli che queste pratiche, anche generalizzate, sarebbero insufficienti per fronteggiare la crisi ecologica in corso.

Pietro Majno-Hurst ha dedicato la sua vita professionale alla chirurgia, con una formazione nel Regno Unito, Francia e in Svizzera. Per 20 anni si è occupato di chirurgia e trapianti di fegato negli Ospedali Universitari di Ginevra, dove è stato il Direttore del Centro delle malattie epato-pancreatiche, prima di essere nominato nel 2018 professore di chirurgia presso la nuova facoltà di scienze biomediche dell’USI, Primario all’Ospedale Regionale di Lugano e Direttore del Dipartimento di chirurgia dell’EOC. È autore di più di 200 pubblicazioni scientifiche. Padre di 4 figli, è sposato con Samia Hurst-Majno, direttrice dell’Istituto di Bioetica della facoltà di Medicina di Ginevra. Entrambi considerano le questioni ambientali e sociali indissolubili da quelle della salute.